Collectif errant quelque part au Sahel vers la fin du XIXe siècle.
L'opposition
humains/animaux perd de plus en plus de sa pertinence. Et d'ailleurs on ne
parle presque plus d'humains ou d'animaux séparément. Le terme à la mode, pour évoquer leurs
interactions, est celui de "Collectif". Mais on peut dire aussi "Consortium", qui est plus poétique : sont membres d'un consortium ceux qui partagent un même destin.
Les Nuer et leurs vaches, les bergers corses et leurs moutons, les gaveurs
d'oies périgourdins et leurs oies constituent des "collectifs". Ils
co-évoluent. Depuis que l'on a compris cette évidence on ne peut plus penser
les uns sans tenir compte des autres (chaque collectif étant constitué par des
humains, des animaux, des plantes
et autres artefacts susceptibles de recevoir un signal et de réagir).
Je ne sais pas
pourquoi mais le mot "Collectif", employé comme substantif, me rappelle à chaque fois la formule
"Collectif antifasciste". Je doute qu'il s'agisse d'une catégorie
efficace dans l'étude de ce genre de réalités.
In italiano, si dice "comunità" (collettivo evoca anni '70 e simili ;-)
RépondreSupprimerGrazie per l'informazione. Anche "comunità", però, mi ricorda gli anni '70 e simili : la comunità di Sant'Egidio, per esempio è nata nel 1968. Ma si trattava, è vero, di una comunità intraspecista (più qualche animaletto sparso, immagino). Il prototipo della comunità/collettivo interspecista è forse l'Arca di Noè (ma anche il terzetto Adamo/Eva/ Serpente non è male. E potremmo aggiungere anche la mela).
RépondreSupprimerRésumé en français : l'Arche de Noé est un "Collectif", le trinôme Adam/Eve/Serpent (pour ne pas parler de la pomme), l'est aussi.
usavo "comunità" come concetto della sociologia. Comunità contrapposta, ma non antagonista, a società, relazioni contrapposte a diritto ecc.). Per esempio, http://www.francoangeli.it/Ricerca/Scheda_libro.aspx?CodiceISBN=9788846468017
RépondreSupprimerDa quando Tönnies, nel 1887, pubblicò per la prima volta il suo Gemeinschaft und Gesellschaft , il termine "comunità" è entrato a far parte dei concetti fondamentali del pensiero e della riflessione sociologica. Pur subendo successi alterni, in coincidenza con le grandi trasformazioni sociali che hanno caratterizzato il XIX secolo, oggi il riferimento alla comunità sta tornando di grande attualità.
Il concetto di comunità è sempre più utilizzato in riferimento a "situazioni" sociali diverse anche se generalmente vi si associa una dimensione relazionale positiva. Nell'immaginario collettivo la comunità rimane comunque un luogo "caldo" ed accogliente capace di offrire una risposta alle crescenti crisi di senso e al dilagare di una condizione di incertezza.
In realtà risulta ormai difficile offrire una definizione univoca del suo significato: se nella sociologia classica la comunità definiva un tipo particolare di relazioni sociali che coinvolgevano l'individuo nella sua totalità, le scienze sociali contemporanee parlano della comunità coniugandola a tematiche assai diverse tra loro, come mostra il caso più evidente delle comunità virtuali.
Il volume, una volta tracciata una rapida ricostruzione del concetto di comunità nei principali classici della tradizione sociologica, si propone di analizzare alcuni riferimenti emergenti quali il rapporto tra comunità e globalizzazione, comunità e identità, comunità e fiducia, comunità e paura.
Fabio Berti è ricercatore confermato di sociologia presso la Facoltà di Scienze politiche dell'Università di Siena dove insegna Sociologia dello sviluppo. Oltre ad essere autore di diversi saggi, ha condotto numerose ricerche sulle tematiche relative ai processi migratori e alle dinamiche di integrazione. Tra le sue pubblicazioni si ricordano: con R. De Vita e S. Rizza "Progettare nell'incertezza tra passato e futuro", in V. Cesareo (a cura di), Ricomporre la vita. Gli adulti giovani in Italia , Roma, Carocci, 2005 e con M. Ambrosini (a cura di), Immigrazione e lavoro , Milano, FrancoAngeli, 2003.
Ma io avrei scritto queste cose a me incomprensibili? 🙀
SupprimerMerci Anna. Mais tu cites un sociologue. Or, il s'avère que les sociologues, tout en étant bien intégrés dans notre société, font partie d'une autre communauté. Je plaisante, bien évidemment, mais c'est pour dire que les ethnologues aussi travaillent depuis longtemps autour de la notion de "communauté". Il y en a même qui pensent, comme Clifford Geertz, que dans les revendications sociales le langage communautaire est en train de remplacer le langage politique. Aujourd'hui, en tout cas, c'est la Veggie pride. Ta communauté est en fête. Trinquons (trad. beviamoci sopra).
RépondreSupprimerIo non sono vegan!
RépondreSupprimerE non ho nessuna comunità
e non ne voglio
D'accord. Trinquons quand-même.
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